“La paura del buio manifesta il timore del bimbo a staccarsi dalla realtà. Bisogna aiutarlo, standogli vicino e tranquillizzandolo ma non solo a parole. Il modo migliore per accompagnarlo a superare il suo timore è sedersi sul letto con lui e raccontargli una fiaba. Così, piano piano, il piccolo riuscirà ad accettare la notte che lo spaventa,”
“L'oggetto di ogni fiaba è proprio la paura e il racconto rappresenta la metafora di tutti i timori che il bimbo può vivere. Le fiabe andrebbero raccontate e non solo lette, perché in questo modo entriamo davvero nelle emozioni. Quando si narra, insomma si deve sentirla la paura ... “In fondo, le fiabe sono nate proprio per questo, e quando raccontiamo, anche rielaborando un po', consegniamo la nostra storia al bimbo. L'ossatura rimane quella, ma è nostra, il piccolo la riceve da noi personalmente. Non dimentichiamo che attraverso il racconto, il bambino vive le sue paure, impara a riconoscerle e superarle.Ogni bimbo si identifica con l'eroe positivo e fa a pezzi quello negativo. Il lieto fine, poi, lo rassicura e alimenta la sua fiducia perché gli offre l’idea che tutto si può superare”.
martedì 24 febbraio 2015
lunedì 16 febbraio 2015
Bambini, è l'ora della nanna!
L'importante è che il genitore a un certo punto spenga la luce ed esca. Il piccolo deve imparare ad affrontare la solitudine della notte.
fonti :http://www.nostrofiglio.it/
mercoledì 11 febbraio 2015
Perché i bambini piangono?
Subito dopo la nascita il pianto tende ad essere scatenato più o meno automaticamente da una serie di stimoli di natura fisiologica come ad esempio la fame, il dolore, il freddo e il caldo. Man mano i giorni passano, accanto a queste ragioni si associano cause più relazionali, come richiamare la vicinanza e la presenza di un adulto.
proprio per questo è stato definito un "cordone ombelicale acustico" che mantiene il bambino in contatto con la madre. oltre a garantire la prossimità dell'adulto, il pianto di questo primo periodo consente anche di avviare interazioni sociali, permettendo alla madre e al bambino di conoscersi maggiormente e di sviluppare alcune modalità di regolazione reciproca.
giovedì 5 febbraio 2015
domenica 1 febbraio 2015
Pascoli: IL FANCIULLINO
Come diceva Pascoli
"il poeta è quel fanciullino presente in un cantuccio dell'anima di ognuno di noi, un fanciullino che rimane piccolo anche quando noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, anche quando nell'età più matura siamo occupati a litigare e a perorare la causa della nostra vita e meno siamo disposti a badare a quell'angolo d'anima.
Esso arriva alla verità non attraverso il ragionamento ma in modo intuitivo e irrazionale, guardando tutte le cose con stupore, con aurorale meraviglia, come fosse la prima volta."
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