martedì 24 febbraio 2015

Paura del buio, come superarla!

“La paura del buio manifesta il timore del bimbo a staccarsi dalla realtà. Bisogna aiutarlo, standogli vicino e tranquillizzandolo ma non solo a parole. Il modo migliore per accompagnarlo a superare il suo timore è sedersi sul letto con lui e raccontargli una fiaba. Così, piano piano, il piccolo riuscirà ad accettare la notte che lo spaventa,” 
“L'oggetto di ogni fiaba è proprio la paura e il racconto rappresenta la metafora di tutti i timori che il bimbo può vivere. Le fiabe andrebbero raccontate e non solo lette, perché in questo modo entriamo davvero nelle emozioni. Quando si narra, insomma si deve sentirla la paura ... “In fondo, le fiabe sono nate proprio per questo, e quando raccontiamo, anche rielaborando un po', consegniamo la nostra storia al bimbo. L'ossatura rimane quella, ma è nostra, il piccolo la riceve da noi personalmente. Non dimentichiamo che attraverso il racconto, il bambino vive le sue paure, impara a riconoscerle e superarle.Ogni bimbo si identifica con l'eroe positivo e fa a pezzi quello negativo. Il lieto fine, poi, lo rassicura e alimenta la sua fiducia perché gli offre l’idea che tutto si può superare”.

lunedì 16 febbraio 2015

Bambini, è l'ora della nanna!





Una buona regola è trasformare il momento di andare a letto in un rituale; costanza e routine trasmettono serenità al bambino.  E' bene che la mamma , o il papà, lo accompagni nella cameretta, gli legga una fiaba, con voce calma e rassicurante, se il bambino lo desidera, gli lasci nel letto un oggetto transazionale come ad esempio un peluche.
L'importante è che il genitore a un certo punto spenga la luce ed esca. Il piccolo deve imparare ad affrontare la solitudine della notte.

fonti :http://www.nostrofiglio.it/



Vi consiglio questo libro di Jean Piaget, dove tratta completamente la psicologia del bambino!
Molto interessante e completo!



mercoledì 11 febbraio 2015

Perché i bambini piangono?


 Subito dopo la nascita il pianto tende ad essere scatenato più o meno automaticamente da una serie di stimoli di natura fisiologica come ad esempio la fame, il dolore, il freddo e il caldo. Man mano i giorni passano, accanto a queste ragioni si associano cause più relazionali, come richiamare la vicinanza e la presenza di un adulto.
proprio per questo è stato definito un "cordone ombelicale acustico" che mantiene il bambino in contatto con la madre. oltre a garantire la prossimità dell'adulto, il pianto di questo primo periodo consente anche di avviare interazioni sociali, permettendo alla madre e al bambino di conoscersi maggiormente e di sviluppare alcune modalità di regolazione reciproca.





Fonti: "Mondo zero 3, la rivista per la prima infanzia"

giovedì 5 febbraio 2015

Quello che lo sguardo e il sorriso di un bambino possono offrirci...



                                        Lo sguardo e il sorriso di un bambino ci fa sentire vivi!!

domenica 1 febbraio 2015

Pascoli: IL FANCIULLINO

Come diceva Pascoli 
"il poeta è quel fanciullino presente in un cantuccio dell'anima di ognuno di noi, un fanciullino che rimane piccolo anche quando noi ingrossiamo e arrugginiamo la voce, anche quando nell'età più matura siamo occupati a litigare e a perorare la causa della nostra vita e meno siamo disposti a badare a quell'angolo d'anima.
Esso arriva alla verità non attraverso il ragionamento ma in modo intuitivo e irrazionale, guardando tutte le cose con stupore, con aurorale meraviglia, come fosse la prima volta."